Lorenzo Stella.
Ancora una tappa del lungo percorso di Paolo Rossi attorno al “pianeta” Moliere. Lo spettacolo prodotto dal Teatro Menotti, titolo tra Pirandello e Lina Wertmuller, “Il Re anarchico e i fuorilegge di Versailles (Quinta stagione)”, racconta la visione teatrale di un autore e attore sempre in bilico tra il dentro e il fuori scena, tra il personaggio, l’attore e la persona. Lo sfondo è ancora Versailles, le parole e gli intrecci “molierani” ancora si incrociano con le visioni del tempo presente, la storia è sempre la stessa, ovvero quella del conflitto tra il potere e i “fuorilegge”, tra il teatro e la vita.
Paolo Rossi dirige una compagnia di attori e musicisti che in almeno due o tre casi meritano la citazione: Marco Ripoldi, Renato Avallone, Marianna Folli, Chiara Tomei, Francesca Astrei, Caterina Gabanella. Musiche eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciari. Un gruppo che, secondo le non regole del teatro dell’improvvisazione e della commedia dell’arte, succede in modo apparentemente (o forse realmente) casuale battute da barzelletta o storielletta, pezzi di recitazione attorale di alto livello, calembour, satira politica… Un mix ben riassunto in questo pensiero di Paolo Rossi: “Versailles, 17/02/2020. Regole del Re anarchico sul teatro: E’ proibito raccontare in qualsiasi forma una storia se non la si è vissuta più o meno direttamente. E’ doveroso per il commediante essere anche improvvisatore. Il testo è la corda sospesa nel nulla, ma lui ama il vuoto e non cerca l’equilibrio ma l’inciampo. Vada come vada, per il teatrante la vita è stare sul palco, tutto il resto è solo una replica della stessa noiosa comicità. P.S. Ci sarebbero altre 44 regole, ma in questo foglietto non ci stavano…”.
Alla Sala Umberto di Roma fino al 28 ottobre.